ALESSANDRO MAGNO

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MartinMystere
view post Posted on 8/11/2008, 01:17




L'ARTE "EGITTIZANTE"

Nel 332 a.C. il macedone Alessandro Magno conquista l'Egitto e fonda una nuova capitale che porta il suo nome, Alessandria. Alla sua morte, si insedia sul trono il suo luogotenente Tolomeo.
I Tolomei portano in Egitto la cultura greca. Ad Alessandria viene istituita la famosa Biblioteca, che sarà il centro di emanazione della civiltà ellenistica, ovvero di quella cultura comune a tutto il Mediterraneo in cui si fondono grecità e tradizioni locali. Comincia la stagione dell'arte greco-egizia. È una fase caratterizzata dalla fusione di iconografie tradizionali e da una concezione organica e naturalistica della figura, di impronta greca. Nel 30 a.C., con la vittoria di Ottaviano su Antonio e Cleopatra, l'Egitto diventa provincia romana e viene amministrato direttamente dall'imperatore. L'Egitto rivestirà un ruolo importante nell'economia dell'impero romano, in quanto principale fornitore di grano per la città di Roma. L'arte di questo periodo non può dirsi propriamente egiziana, ma egittizante: la ripetizione dei temi faraonici ha ormai solo un sapore esotico, una coloritura dialettale. In compenso la cultura egiziana, e soprattutto la sua religione, invadono il mondo occidentale: i templi di Isis e Sarapis si diffondono in tutto l'impero.


ALESSANDRO MAGNO

Alessandro Magno, durante la sua campagna contro i persiani, giunse in Egitto non già da conquistatore, ma piuttosto da liberatore, e da grande stratega qual era, non perse occasione di sfruttare questo vantaggio.
Così, appena assicuratosi il controllo della situazione, si preoccupò di ampliare la capitale dell’Egitto, Menfi, provvedendo ad aumentarne anche la popolazione. Quindi si procurò un’investitura per così dire ufficiale: recatosi a consultare l’oracolo di Amon nell’oasi di Siwa, proclamò che la statua della divinità lo aveva riconosciuto e gli stessi sacerdoti provvidero a venerarlo come "figlio di Amon". Infine, egli dispose la completa riorganizzazione dello stato, collocando nobili egiziani al governo delle principali provincie (nomoi) e organizzando una capillare rete di riscossione dei tributi. Prima di lasciare l’Egitto, volle infine che fosse portato a compimento il progetto della grandiosa città che avrebbe dovuto portare il suo nome, Alessandria appunto. Questa avrebbe dovuto sorgere sul Delta, in posizione strategica, tra il Lago Mareotis e il mare, in corrispondenza dell’isola di Pharos, su cui sarebbe stato eretto il celebre Faro. Ma il destino non gli avrebbe concesso di veder realizzato questo sogno. Infatti, affidato il governo effettivo dell’Egitto ad uno dei suoi generali, Tolomeo, Alessandro Magno continuò la sua campagna contro i persiani, conquistando anche le regioni più orientali e spingendosi oltre l’Indo. Morì a Babilonia, che aveva scelto come capitale, nel 323 a.C.


ALESSANDRIA

Alessandria, situata all’estremità occidentale del Delta, fu costruita da Alessandro Magno nel 338 a.C., poco dopo aver strappato l’Egitto all’impero persiano. La sua posizione e le sue caratteristiche naturali fecero della nuova fondazione un luogo ideale per lo sviluppo di un grande porto commerciale.
Alessandro voleva in effetti che questa città divenisse il bazar del mondo, un legame tra Europa, Arabia e India. Costruita a scacchiera secondo le teorie dell’architetto Deinocrate di Rodi, la città venne configurandosi per opera dell’architetto Cleomene di Naucrati e assunse il suo aspetto definitivo intorno al 250 a.C. Racchiusa tra potenti fortificazioni a forma di quadrilatero irregolare, si estendeva lungo il litorale per cinque chilometri e per un chilometro e mezzo di profondità. Era costituita dal vecchio agglomerato indigeno (Rakedet) abitato da egiziani, dalla Neapolis (la città greca) e da un popoloso quartiere ebraico. L’impianto era un reticolato regolare di vie che si intersecavano sull’asse maggiore longitudinale. A meno di due chilometri dalla costa sorgeva l’isola rocciosa di Faro, unita alla terraferma con una gettata (l’Eptastadion) che formava due porti. Nel centro di Neapolis vi erano il Soma o Sema, la necropoli in cui fu sepolta anche la salma di Alessandro Magno portata da Babilonia, i palazzi reali e il Museo, una sorta di collegio di eruditi di cui faceva parte la famosa Biblioteca.


I TOLOMEI

Alla morte di Alessandro, l’immenso impero che questi aveva creato fu suddiviso in province e ciascuna di esse fu affidata a uno dei suoi generali. L’Egitto, dopo molte vicissitudini, cadde così nelle mani di Tolomeo, figlio di Lagos, che con il titolo di Tolomeo I Soter si proclamò re del paese il 7 novembre 305 a.C. La dinastia regnò in Egitto fino al 30 a.C. e tutti i re portarono il nome di Tolomeo.
Se Alessandro la costruì, i Tolomei fecero di Alessandria la città più splendida del mondo ellenistico. Sotto la loro dinastia, il paese divenne immensamente ricco e potente. L’impero commerciale tolemaico comprendeva infatti tutta l’area orientale fino a Tripoli in Libano, Cipro, l’intera costa della Libia e quasi tutte le isole del Mar Egeo, ad eccezione di Creta e Rodi. Come i faraoni e come Alessandro stesso, i Tolomei si facevano incoronare a Menfi rispettando fedelmente il costume egizio e si facevano chiamare "dei benefattori". L’ultimo e il più celebre monarca tolemaico fu Cleopatra VII (identificata nell’iconografia e sulle monete con Iside-Afrodite), una donna di bellezza e intelligenza eccezionali. Di queste doti si servì per accrescere il suo potere personale e la prima vittima del fascino della sovrana fu proprio Giulio Cesare, che ne favorì l’ascesa al trono. Dopo la morte di Cesare fu la volta di Marco Antonio, ma si trattò di un amore tragico. Antonio e Cleopatra sognarono insieme un grande impero orientale, ma Ottaviano trionfò su di loro nel 31 a.C., nel corso della grande battaglia navale di Azio, a ovest della Grecia. Dieci mesi più tardi Alessandria cadde e Cleopatra mise fine ai suoi giorni offrendo il seno, racconta la leggenda, a un aspide.


LA CULTURA ALESSANDRINA

Il termine "alessandrino" è sinonimo di "ellenistico", ossia "greco". Con esso si intende la consapevole diffusione della civiltà greca nel mondo orientale, seguita alle imprese di Alessandro Magno, e la sua fusione con gli elementi delle diverse civiltà locali.
La cultura alessandrina privilegiava la specializzazione e il tecnicismo, la ricerca scientifica e le arti, cui il mecenatismo dei Tolomei dette notevole impulso. Essa produsse filosofie etico-pratiche (stoicismo ed epicureismo), una letteratura romantica ed idilliaca, un’arte realistica, che mirava a porre in risalto i caratteri individuali, nonché una religione aperta agli influssi orientali ed in particolar modo alle tendenze misteriosofiche. Il Museo, costituito da una Biblioteca fornita di ben 700.000 volumi, da un osservatorio astronomico, un orto botanico, un giardino zoologico e varie raccolte d’arte, ebbe una funzione fondamentale nella società del tempo. Era un vero e proprio centro di ricerca dove gli scienziati, provenienti da tutti i paesi dell’Oriente, potevano in piena serenità dedicarsi liberamente allo studio della filosofia, della critica, delle scienze fisiche e matematiche e della medicina. I nomi degli intellettuali di Alessandria risuonano ancora oggi alle orecchie dell’Occidente: Aristarco, Callimaco, Euclide, Eratostene, Tolomeo. La grande Biblioteca e i palazzi del Museo andarono definitivamente distrutti probabilmente fra il 270 e il 275.




fonte: www.fatinasexy.com

Edited by MartinMystere - 9/11/2008, 03:24
 
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