SUL TRAGHETTO, vietato ai minori di 18 anni

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misterMistery
view post Posted on 31/10/2008, 01:22




SUL TRAGHETTO

Sono passati cira 20anni, per l’ esattezza 22, ma il ricordo di qell’ incontro è ancora vivio in me.

Ero di leva in Sardegna, vicino Sassari, ed alla fine di settembre stavo assaporando il rientro a casa per la licenza.

Mi ero imbarcato a Porto Torres con destinazione Genova, da dove poi averi preso il treno per rientrare a casa. Non ci tornavo da giugno ormai, la mia ragazza di allora era perfino venuta a trovarmi in sardegna ed io non vedo l’ ora di riabbracciarla e…. di farmi fare uno di quei servizietti di cui era specialista.

Il mio biglietto era un passaggi ponte, per cui mi affrettai ad occupare le poltrone più comode nella zona più tranquilla, quella dove la gente non passava sempre ed avevi la remota possibilità di dormire in qualche modo, senza la paura che qualcuno stando male ti cadesse addosso, nella migliore delle ipotesi.

Trovai una poltrona isolata nell’ angolo, con una di rimpetto. Entrambe erano vuote ed io le occupai, una sedendomici sopra e l’ altra con lo zaino. Ero comodissimo, già assaporavo la dormita che mi accingevo a fare. Avevo parlato troppo presto.
Una decina di minuti dopo la partenza si avvicino’ una donna sulla trentina d’ anni ( io ne avevo 19 ) e mi chiese se il posto occupato dallo zaino era libero. La squadrai un velocemente; era una ragazza sarda sulla trentina o giù di lì. Morettona, capelli lisci fino lunghi fino al collo, due occhi scuri, un seno nascosto da una camicia ben chiusa gonna lunga fino al ginocchio. Gli dissi che era libero, e spiegai che avevo previsto di farmi una lunga dormita ed essendo le poltrone scomode avevo cercato di arrangiarmi come potevo non per questo dovevo negarne l’ utilizzo solo per questo. Si accomodo, facendo un sorriso scambiando qualche parola sulla destinazione e sulle previsioni del viaggio. Io andavo a Torino in licenza, Lei a Milano per lavoro.

Verso le 22.00 le luci si iniziarono a spegnere dando la possibilità a chi voleva di dormire un po’, anche se l’ illuminazione rimaneva in alcuni punti, ma, come avevo previsto nella zona da me scelta era calata la penombra. Mi accomodai per come potevo, allungando le gambe sullo zaino a sinistra della poltrona di fronte, non era il massimo, ma avrei sicuramente evitato quel fastidio che si ha quando si dorme aggomitolati. Vi che la ragazza di fronte alla mia poltrona cercava anche lei una posizione ideale, ma continuava a girarsi su se stessa. Ad un certo punto mi chiese se poteva appoggiare i piedi sulla mia poltrona in modo da tenere le gambe distese. “ vado a lavarmi i piedi se vuoi “, mi disse. Io risposi con un sorriso, ma lei ci andò davvero, meglio così pensai. Trovammo entrambi la posizione ideale per addormentarci, io disteso tra poltrona e zaino e lei tra poltrona e poltrona con i piedi vicino al mio bacino. Stavo un po’ stretto in verità ma mi importava dormire e basta. Si coprimmo entrambi con i propri giubbotti ed iniziammo a cercare di addormentarci, conciliati dal dondolio della nave.

Mi addormentai abbastanza in fretta, sognando di incontrare la mia ragazza ed appartarmi con lei per limonare e farmi sollazzare quell’ arnese che avevo tra le gambe che da tanto reclamava attenzioni. Nel bel mezzo del sogno mi sveglia, c’ era qualcosa che non andava. Mi ero eccitato e la cosa era evidente, per fortuna il giubbotto copriva tutto. Copriva anche i piedi della ragazza di cui uno era finito proprio sopra al mio pene. Lo spostai piano, cercando di non svegliare la ragazza. Era settembre, non indossava ancora ne calze ne collant. Il suo piede era minuto morbido. Mi girai meglio sul fianco per riprendere il mio sogno, ma la ragazza torno con il suo piede a premere sui miei pantaloni. Con la pianta del piede premeva su tutta la lunghezza del mio pene premendo con il tallone la parte inferiore dei testicoli. Ero già eccitato di mio pensando alla mia ragazza che mi faceva un bocchino, ora ci mancava questa che mi faceva questa sorta di massaggio.

Non sapevo cosa fare, e non capivo se sognava o cosa. Quel premere sul mio pene era diventato una sorta di massaggio lento, sentivo l’ asta che diventava sempre più dura, il glande iniziava a pulsare. Che fare ? Non so cosa mi prese, decisi di tirarlo fuori, magari si rendeva conto e smetteva.
Ovviamente il tutto avveniva sotto il giubbotto, ogni tanto qualcuno passava nel corridoio, e questo mi eccitava sempre di più.
Iniziai ad aprire la lampo e a far uscire il glande. Presi nuovamente in mano quel piede e lo avvicinai a quel fingo ormai rovente. Sentii un brivido causato dalla temperatura fredda del piede, ma in poco tempo mi abituai. Ora le dita dei piedi erano a contatto con il glande e lo massaggiavano, mentre la pianta del piede ed il tallone facevano sempre presa sull’ asta ed il resto.
Se dormiva aveva sicuramente un sonno pesante ma se finge lo faceva maestralmente.
Riuscì a tirare fuori il membro dai pantaloni, sistemai i testicoli in modo da non essere infastidito dalla lampo, ed appoggiai il tutto nuovamente a quel piede. Fece come un movimento per esplorare meglio la cosa, “ ecco ci siamo adesso si sveglia”, pensai. Ed invece, no. Prese ad usare anche l’ altro piede. Con entrambi esplorava tutta la lunghezza del mio sesso, dal glande ai testicoli e poi su di nuovo. Si fermava sul glande come per ascoltarne le pulsazioni e poi riprendeva, dolcemente.
Mi stava masturbando con i piedi, ed io impazzivo tremando dalla paura che si svegliasse da un momento all’ altro. La ragazza in se stessa non mi eccitava, non era il massimo, ma quel maneggiare era stupendo. Cercavo di scrutare la ragazza per intravede e capire qualcosa, nulla. Non traspariva niente, era una roccaforte. Perfino la gonna era impenetrabile, eppure stava maneggiando il mio arnese con maestria.
Venne il punto non ce la feci più ed eiaculai copiosamente su quei piedi. Sentii il liquido seminale bagnare qui piedi e ricadere in parte sulla mia mano. Mi misi a spalmarglielo ben bene tutta la lunghezza del piede come a ringraziarla del lavoro svolto. Mi riaddormentai subito dopo, svegliandomi di soprassalto poco dopo. La ragazza si era alzata e stava percorrendo i corridoio. Adesso sono nei casini pensai. Torno’ poco dopo rimettendosi nella posizione precedente, i suoi piedi cercavano ristoro nel mio membro che di lì a poco si rianimo’.

Mentre dormiva, o faceva finta, la scrutai meglio. Aveva una naso normale, non grosso, una bocca minuta con due labbra sottili su cui avrei appoggiato volentieri la mia cappella rovente. Indossava una camicia abbottonata fino al collo, difficile immaginare cosa conteneva. Per un attimo mi era parso di intravedere un capezzolo ingrossato da sotto la camicia, ma non capivo. Le gambe erano bianco latte, probabilmente non era tipo da tintarella, la cosa mi eccitava di più. Me la immaginavo nuda con due seni sodi come due meloni ed una pelle bianca color latte, con un sedere rotondo scalpito ad hoc. E mentre pensavo me ne venni per la seconda volta. Eiaculai nuovamente sui sui piedi e con la mano le spalmai il mio seme nuovamente.

Eiaculai per altre due volte, penso di non aver fatto mai tanto in vita mia solo con la masturbazione. Avrei voluto saltarle addosso, strappare quella camicetta e iniziare a baciarla leccarla etc etc… ma con tutta quella gente in giro non era il caso, meglio evitare.

Ci salutammo a Genova, alla stazione, dopo tanti anni ci ripenso ancora.. una sconosciuta mi ha masturbato per tutta notte….. almeno riuscissi a sapere se lo faceva apposta o se stava sognando ………
 
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