IO E IL PROFESSORE, vietato ai minori di 18 anni

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misterMistery
view post Posted on 31/10/2008, 01:07




io e il professore

<<nessuno lo fa apposta nel sentirsi attratto da un altro/a perché l'immagine della bellezza accende sempre un processo di attenzione. Chi dunque si sente attratto non ha colpa, specialmente se ad attrarre è una immagine fisica o una disposizione relazionale che si elicita sottoforma di richiamo o un profumo gradevole che imita i processi comunicativi dei ferormoni o un tono di voce accattivante o un modo di fare seducente.>>
Più riguardo quella frase e più dovrei convincermi che non è un male essere attratti da qualcuno ma, io non riesco a sentirmi normale. Mi sento stupida. Ho 19 anni, e mi sento attratta, anzi più che attratta, dal mio ex insegnante di economia. La prima volta che lo vidi, all'inizio del quarto anno, mi sentii mancare. Troppo bello, troppo distinto ed elegante. Persino troppo affascinante per essere un professore. Un uomo alto, sulla quarantina, elegante, calvo, sguardo severo, ma affascinante. Più il tempo passava, più iniziava a piacermi. Solo vederlo, bastava ad illuminare una giornata buia e cupa. Lo sognavo di notte, e lo sogno tutt'ora, lo pensavo di giorno, e lo penso tutt'ora, quando lo vedevo, mi sudavano le mani e sentivo il fuoco pervadermi tutto il corpo. Ogni volta che avevamo lezione con lui, dovevo combattere contro quel bruciante desiderio per lui. Quando dovevo essere interrogata, era agitazione allo stato puro. Studiavo molto, ma sapevo sin dall'inizio, che !
davanti a lui, le parole, avrebbero faticato ad uscire, così il prof. avrebbe pensato, che non mi ero impegnata affatto. Alla fine, le parole uscivano, ma il tono della voce era tremulante, distoglievo molte volte lo sguardo dal suo, ma quando lo riguardavo, ero pervarsa dal desiderio di saltargli addosso, di baciarlo appassionatamente, avrei voluto farmi toccare da quelle mani così grandi e curate, le avrei volute sentire sui miei seni, esplorare il mio corpo, le mie intimità. Quando spiegava, non mi veniva da pensarlo, immaginare di rimanere sola con lui, baciarlo. No! Restavo in ascolto, ascoltavo la sua voce sexy, che esponeva la lezione. Diversamente, quando c'era lezione di storia o letteratura, i miei pensieri navigavano verso di lui. Immaginavo di essere l'unica ragazza presente in aula, in un giorno d'interrogazione. Quando lui arrivava, mi chiedeva dove fossero tutti e io, con gran gioia, gli dicevo: <<probabilmente, avranno bruciato!!! Per paura di essere interrogati da lei!!>> <<e tu? Non li hai seguiti>>
<<no! Io non ho paura di essere interrogata, anzi, senza la classe, vado meglio.>>
<<vai alla lavagna e scrivi....>>
La sua voce così sexy mi faceva impazzire. A me piaceva fare eserizi, specialmente se formulati e dettati da lui. Nell'immaginario, fingevo di sbagliare qualcosa, così lui si alzava dalla sedia e veniva lì, prendeva il cancellino, cancellava l'errore, poi mi prendeva la mano, la portava alla lavagna, nel punto dell'errore e, la sensazione del contatto con lui era così intensa, che perdevo il contatto con la realtà, le mie dita lasciavano cadere per terra il gesso. Le sue mani mi toccavano le spalle, avvicinava la sua testa alla mia e mi sussurava, che ero la migliore alunna, che avesse mai avuto. Sembrava che capisse quello che mi stava succedendo. Io mi voltavo, e lentamente mi avvicinavo alle sue labbra, bellissime labbra, e lo baciavo, prima lentamente, poi, appasionatamente. Avevo così tanta voglia di lui, che gli avrei tolto giacca e camicia in un attimo. Lui mi baciava, ricambiando la passione, mi toccava, e io toccavo lui, la mia mano scendeva fino a toccare il suo sesso. Era eccitato, lo sentivo. Smettevo di baciarlo, scendevo lentamente e mi inginocchiavo, gli tiravo giu la lampo e poi le mutande, lo prendevo in bocca e iniziavo a spompinarglierlo su e giù, dalle palle fino alla cappella, poi cominciai a palpeggiargli le palle e con una mano percorrevo l'asta.
Ogni volta che c'era lezione di letteratura o storia, e che io sognavo il prof, l'altro prof, ad occhi aperti, avevo sempre il terrore, che il prof si accorgesse e mi richiamasse alla realtà (come nel film "Notte prima degli esami"), magari chiedendomi a cosa stavo pensando....
 
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